Giovani e alcol

Il binge drinking

“Con l’espressione binge drinking si fa riferimento all’abitudine di consumare quantità eccessive (convenzionalmente 6 o più bicchieri di bevande alcoliche anche diverse) in una singola occasione.

Questo comportamento è presente prevalentemente nei Paesi del nord Europa, ma si è fortemente radicato anche in Italia, in particolar modo nella fascia giovanile della popolazione, “contaminando” anche le generazioni di adulti e anziani, prevalentemente di sesso maschile”.

Il consumo di alcol tra i giovani è un fenomeno preoccupante perché sempre più in aumento sia a livello nazionale che internazionale. La cultura del bere si va diffondendo tra le ultime generazioni e segue rituali standardizzati: notti trascorse ad ubriacarsi sentendosi onnipotenti, seguite poi da vomito e gran mal di testa. I ragazzi sono orientati verso il modello che in America e in Nord Europa è chiamato, appunto, Binge Drinking, in altre parole abuso di alcol concentrato in singole occasioni. Assumere alcolici non è un piacere, ma un mezzo per provare sensazioni forti, per sentirsi più grandi e più cool.

“Rispetto agli anni passati il consumo di alcolici tra gli adolescenti è in netto aumento. Il 35% dei bevitori lo fa in occasione di feste e situazioni particolari; il 21% ai pasti in presenza anche degli adulti, il 9% in compagnia di amici e solo il 2% beve in solitudine.”

Perché i giovani bevono

Ormai è un dato di fatto: i giovani bevono, e bevono molto. In primo luogo perché in questo modo si sentono sicuri, diventano più loquaci, meno timidi e davanti al gruppo di amici acquistano visibilità. Chi non beve è considerato un outsider, uno che non trasgredisce e viene ben presto emarginato dal gruppo. Passeggiare per la strada o all’interno del locale con la bottiglia in mano o un bicchiere di super alcolici è diventato uno status simbol. Non è necessario conoscersi, perché quel gesto racchiude il mondo dei giovani dal quale gli adulti sono esclusi.
I motivi che spingono i ragazzi ad ubriacarsi sempre più spesso sono molteplici. Per prima cosa i giovani, per sentirsi indipendenti e più adulti, devono assumere dei piccoli rischi che gli creino grandi emozioni. Inoltre la capacità del pensiero astratto, che si sviluppa con l’adolescenza, porta a contestare e accusare i valori degli adulti, tanto da arrivare a trasgredire insieme ai coetanei ciò che è vietato, che non si conosce e che è considerato pericoloso.
Sicuramente anche la pubblicità ha un ruolo in tutto questo: chi beve è sempre bello, trasgressivo, alla moda e piace agli altri.

Effetti dell’alcol sulla salute degli adolescenti
L’adolescente che abusa di alcol costituisce un difficile problema per se stesso, la famiglia, il medico e la società.
Il cervello dei giovani non ha ancora completato il proprio sviluppo; benché il numero di neuroni sia già definitivamente stabilito fin dalla prima infanzia, si continua a presentare, fino all’adolescenza, un fenomeno chiamato plasticità neuronale, che regola le funzioni cognitive, emotive e comportamentali.
I giovani sono quindi vulnerabili e il fisico e la loro psiche sono particolarmente a rischio.
Tra le principali conseguenze legate all’abuso di alcol ci sono le patologie del fegato, tra queste, prima fra tutte la cirrosi epatica. Tuttavia anche il cuore e i vasi sanguigni, lo stomaco e la mente subiscono numerosi danni permanenti.
Le conseguenze indirette dovute all’assunzione di alti livelli alcolici si riscontrano in incidenti stradali, morte a seguito di un trauma, tumori, depressione fino ad arrivare al suicidio.
L’umore che incomincia a cambiare di continuo, la difficoltà a comunicare e a concentrarsi, aggressività e insonnia sono i primi campanelli per futuri disturbi di personalità, che sono in continuo aumento tra i giovanissimi anche a causa dell’abuso di alcol.

La miglior prevenzione inizia durante l’infanzia
Tutte le forme di prevenzione sono utili, ma è necessario privilegiare quelle forme di prevenzione attuabili fin dalla prima infanzia. Le influenze dei genitori e degli adulti sono preminenti nella socializzazione durante la fanciullezza. Quando i figli crescono e raggiungono l’età adolescenziale i messaggi educativi dei genitori vengono meno perché si preferisce l’influenza dei coetanei e l’opposizione alle regole degli adulti.
Sicuramente a questa età possono essere utili i percorsi di educazione alla salute effettuati nelle scuole, dove si illustrano i rischi cui si va incontro quando si abusa di alcol, droghe e sostanze varie.
Tuttavia la prevenzione migliore si basa sulla costruzione di legami solidi e sicuri all’interno della famiglia oltre che sull’informazione.
I bisogni fondamentali per un individuo, che permettono di diventare un adulto responsabile sono-
- sentirsi desiderato
- avere rapporti continuativi con i genitori
- essere seguiti nella crescita
- ricevere messaggi rassicuranti
- avere valori saldi e sicuri nella famiglia
Nella società di oggi, in continuo mutamento, è importante che gli adolescenti si sentano compresi e guidati. Se nella fanciullezza la famiglia ha posto delle basi sicure, i problemi adolescenziali saranno più facilmente risolvibili. Intervenire solo quando il figlio è cresciuto, vietandogli l’uso di alcol o droghe, è controproducente. L’età adolescenziale è, infatti, di per sé caratterizzata da una tendenza alla critica e alla contestazione. L’unica possibilità per tenere i giovani al riparo dai rischi degli eccessi da alcol, come peraltro da tutti gli altri comportamenti pericolosi, è creare in loro un’adeguata consapevolezza sul limite che separa l’uso dell’alcol dall’abuso e la conseguente capacità di auto- gestire correttamente i propri comportamenti. E’ inoltre importante offrire ai giovani l’opportunità di dare un significato pieno alla propria vita, di coltivare attraverso la scuola e il tempo libero interessi, progetti e sogni.

Qualche dato statistico
Mentre da una parte ultimamente si nota una stabilizzazione del consumo medio pro-capite per la popolazione adulta, dall’altra si assiste ad un preoccupante incremento dell’uso o dell’abuso di bevande alcoliche fra i giovani. In Italia solo il 26% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni dichiara di non avere bevuto negli ultimi tre mesi, ciò significa che il 74 % ha bevuto ALMENO una volta alcolici o superalcolici. Il 60% dei giovani consumatori beve prevalentemente birra e il 40 % vino. Gli aperitivi e i digestivi sono assunti dal 34% e i superalcolici (per lo più sotto forma di cocktail) dal 21. I dati più rilevanti di alcuni studi indicano che i maschi sono più esposti delle femmine al fenomeno di abuso e che maggiormente a rischio sono i ragazzi emotivamente labili, con personalità antisociale o che vivono in famiglie in cui regna un clima conflittuale e che al di fuori non trovano dei punti di riferimento.

Giovani e alcol: mix pericoloso
Secondo una graduatoria stilata dall'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) il Bel Paese si colloca tra gli ultimi posti per consumo pro capite di alcolici, ma detiene il primato del più precoce contatto con i drink: 12 anni e mezzo contro i 14,6 della media europea.
Per binge drinking s'intende il consumo in un'unica occasione (serate, feste, etc) di più bevande alcoliche; gli alcolpops sono invece bibite zuccherine, vendute in bottigliette colorate e particolarmente gradevoli se servite fredde, che hanno una gradazione tra 4 e 7 gradi. Queste, così come i cosiddetti pocket shots (colorate bustine di plastica che contengono una monoporzione di superalcolici mescolati a succhi di frutta), possono indurre ad assumere alcol in quantità eccessiva.
Quali sono i rischi?
Si può andare incontro anche al coma etilico (intossicazione da alcol) che "può provocare arresto respiratorio e cardiocircolatorio che può portare alla morte; richiede un rapido soccorso e il trasporto all'ospedale per intervento medico".

 

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