Grassi alimentari
GRASSO: CHE PROBLEMA!
Negli ultimi decenni si è assistito ad una vera e propria crociata
contro i grassi alimentari: il mercato è invaso da centinaia di prodotti
light, che ci promettono tutto il gusto dell’equivalente tradizionale,
ma con molte meno calorie.
Ma poi… è proprio vero che i grassi fanno
male?
Una volta la ricerca di alimenti energetici (e quindi ricchi in grassi)
era una necessità che coniugava la maggiore richiesta di calorie con la
scarsa disponibilità di cibo. A causa della scarsa automazione, infatti,
fino al secolo scorso l’attività lavorativa implicava anche un notevole
sforzo fisico e l’energia spesa giornalmente era molto superiore
rispetto ad oggi. Si rendeva quindi necessario consumare degli alimenti
che fossero in grado, in piccole quantità (ricordiamo che la
disponibilità di cibo non era certamente quella odierna), di fornirci le
giuste calorie e contemporaneamente placare la fame. Queste necessità
venivano soddisfatte egregiamente dai cibi ricchi in grassi: questi
ultimi, infatti, a fronte di un peso ridotto, forniscono ben 9 Kcal per
grammo, contro le 4 dei carboidrati e le 6 delle proteine e richiedono
inoltre un tempo maggiore per essere digeriti, posticipando così
l’arrivo della fame.
Oggi il progresso tecnologico e la conseguente automazione di molti
processi produttivi hanno fatto sì che lo sforzo fisico necessario per
svolgere le più comuni attività lavorative sia nettamente inferiore a
quello del secolo scorso. Questo fatto, unito alla sempre maggior
sedentarietà della vita, ha determinato una sensibile diminuzione del
fabbisogno calorico quotidiano. I cibi ricchi in grassi sono quindi
diventati qualcosa da consumare con estrema moderazione, avendo perso il
loro ruolo primario di fornire energia concentrata. Oggi le linee guida
per una sana alimentazione consigliano una dieta povera di grassi, che
dovrebbero costituire solo il 25-30% delle calorie totali introdotte, di
cui il 50% proveniente da grassi vegetali e l’altra metà da grassi
animali.
Ma cosa sono i grassi, che ruolo hanno, perché un loro eccesso è nocivo?
Nei paragrafi seguenti cercheremo di dare risposta ad ognuna di queste
domande.
Cosa sono i grassi
I grassi sono una classe di principi nutritivi nota come lipidi. Da un
punto di vista strettamente chimico, essi sono dei composti insolubili
in acqua che si possono più frequentemente trovare come acidi grassi
singoli, oppure legati alla glicerina, fino ad una massimo di tre acidi
grassi per molecola di glicerina. In questo caso si parla di
trigliceridi (se alla glicerina sono legati tre acidi grassi),
digliceridi (se gli acidi grassi sono due) o monogliceridi.
Nel nostro organismo i grassi svolgono diversi importanti ruoli: essi
infatti, oltre a costituire un’importante riserva di energia, hanno una
funzione isolante e ci proteggono dai traumi (basta pensare ai
polpastrelli!), ma non è tutto. Senza gli acidi grassi non potremmo
assorbire ed immagazzinare alcune importanti vitamine (quelle
liposolubili, per l’appunto: A,D,E,K) e le nostre cellule non
riuscirebbero a costruirsi la membrana.
Una volta assorbiti a livello intestinale, i lipidi vengono utilizzati
dall’organismo per diversi scopi (produrre energia, sintesi di ormoni ed
altre sostanze) ma, in caso di surplus, essi vengono inviati al tessuto
adiposo, dove andranno a costituire una riserva energetica. Una
caratteristica importante, che influenza il destino dei grassi dopo il
loro assorbimento, è legata al fatto che essi siano o meno insaturi: i
primi provengono principalmente da alimenti di origine vegetale e dai
pesci, mentre i secondi si trovano più spesso in alimenti di origine
animale.
Grassi animali e grassi vegetali
I grassi alimentari possono essere più o meno evidenti: ci sono infatti
casi in cui la loro presenza è ben visibile, come nel prosciutto, mentre
in altri casi è possibile risalire alla loro esistenza esclusivamente
leggendo l’etichetta.
Solitamente, i grassi saturi si possono distinguere da quelli insaturi
per il fatto che questi ultimi sono liquidi a temperatura ambiente,
mentre i primi si presentano solidi: è il caso dell’olio di oliva e del
burro, ad esempio. Fa eccezione la margarina che, pur essendo un grasso
vegetale, è resa solida tramite un processo chimico, che trasforma gli
acidi grassi insaturi in grassi saturi.
I grassi saturi, inoltre, hanno una maggiore tendenza ad essere
trasformati in colesterolo “cattivo”, che poi si accumula sulle pareti
delle arterie, determinando l’arteriosclerosi. I grassi insaturi invece
sono tipici dei vegetali e dei pesci, e favoriscono la formazione del
colesterolo cosiddetto “buono”, cioè l’HDL. Quest’ultimo ha il compito
di prelevare il colesterolo dai tessuti e di trasportarlo al fegato,
evitando così la formazione delle placche arteriosclerotiche. Il
colesterolo “cattivo” invece è l’LDL e viene trasportato dal fegato ai
tessuti e ha la tendenza a depositarsi sulle pareti arteriose,
determinandone, nel tempo, l’ostruzione.
Da un punto di vista salutistico, come già detto, i grassi saturi hanno
la prerogativa di far aumentare i livelli di colesterolo LDL, mentre i
monoinsaturi entrano nel processo di normalizzazione dei livelli di
colesterolo nel sangue, facendo diminuire l’LDL e lasciando inalterato
l’HDL. I polinsaturi, infine, svolgono un’azione anticoagulante,
inibendo l’aggregazione piastrinica e questo fa sì che il rischio di
trombosi, ictus ed infarto diminuisca sensibilmente. Di quest’ultima
categoria fanno parte anche gli acidi grassi essenziali, quelli cioè,
che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare e che vanno
quindi assunti tramite l’alimentazione: essi sono l’acido linoleico,
l’acido linolenico e l’acido arachidonico, meglio noti come Omega-3 ed
Omega-6.
I grassi e la cottura
Per quanto riguarda il loro utilizzo in cucina, in linea di massima è
sempre meglio utilizzare i grassi vegetali per metodi di cottura che
implichino alte temperature ad esempio la frittura, poiché i grassi
saturi vi resistono meglio.
Infatti, alle alte temperature i grassi (trigliceridi) si decompongono
in acidi grassi liberi e glicerina, che, per disidratazione (perdita di
una molecola di acqua) può dare origine all’acroleina (o aldeide
acrilica), una sostanza tossica per il fegato. La tendenza a dare questo
tipo di reazioni varia a seconda del tipo di grasso utilizzato, della
temperatura e della presenza di residui bruciati, in particolare se si
ricicla l’olio di frittura. Nella fattispecie, per ciascun tipo di
grasso esiste una temperatura, nota come PUNTO DI FUMO (quando la si
raggiunge si sviluppa del fumo bianco) alla quale incomincia questo tipo
di reazioni: tanto più alto è il punto di fumo di ciascun grasso, tanto
minore sarà la probabilità che si sviluppi l’acroleina durante la
frittura. L’olio di oliva e quello di arachide hanno punti di fumo
elevati e sono quindi indicati per le fritture, mentre sono decisamente
più bassi per il burro e la margarina.
Per metodi di cottura che invece non implicano temperature elevate la
scelta del grasso da utilizzare è puramente soggettiva. In generale, i
grassi animali sono più saporiti rispetto a quelli vegetali e sono
quindi più adatti per piatti dal sapore “deciso”, mentre un filo di olio
di oliva crudo riesce a sottolineare senza coprire anche il sapore dei
piatti più delicati.
Non solo grassi…
La quantità giornaliera di calorie assunte tramite la dieta non dovrebbe
superare, come già detto, il 25-30% e di queste solo il 10% dovrebbero
provenire da grassi saturi. Su una dieta media di 3000 Kcal giornaliere,
quindi, circa 950 dovrebbero essere fornite dai lipidi, e di queste
circa la metà dovrebbero provenire da grassi insaturi. Naturalmente
queste sono indicazioni di massima, poiché la quantità di calorie
giornaliere necessarie varia per ciascuno di noi, in funzione dell’età,
della statura, del lavoro svolto e della più o meno intensa attività
fisica. A questo proposito è indispensabile ricordare come il fatto di
seguire una dieta bilanciata non sia la sola condizione necessaria per
un buono stato di salute: a essa si deve necessariamente affiancare un
corretto stile di vita, che comprende una regolare attività fisica,
imparare a gestire lo stress, non fumare e consumare con moderazione le
bevande alcoliche. Imparare a vivere secondo questi schemi ci permetterà
di gettare le basi per una vecchiaia lunga e serena, in armonia con il
nostro corpo.
Perché si raccomanda sempre di utilizzare l’olio di oliva crudo?
L’olio di oliva contiene, oltre ai celeberrimi grassi polinsaturi (che
si potrebbero deteriorare con il calore) anche la vitamina E, che,
essendo termolabile, si distrugge con la cottura. Aggiungendo l’olio a
crudo, potremo quindi beneficiare appieno delle sue proprietà salutari.
I punti critici degli oli e grassi: Temperatura critica
Temperatura ideale di frittura 170/180° c
• PALMA 240° c
• ARACHIDE 220° c
• OLIVA 210° c
• STRUTTO, COCCO 180° c
• GIRASOLE, SOIA 170° c
• COLZA, MAIS 160° c
• MARGARINA 150° c
• BURRO 110° c
Fabbisogno quotidiano di acidi grassi essenziali.
Omega-3 Omega-6
(Circa il 2% delle calorie totali) (circa lo 0,5% delle calorie totali)
Uomini 1,5 g/die 6 g/die
Donne 1 g/die 4 g/die
La geografia dei grassi
L’apporto lipidico della dieta mediterranea è notevolmente diverso da
quello dell’alimentazione tipica del Nord Europa. A fare la differenza
non è però solo la percentuale dei grassi, ma anche la loro qualità: la
dieta mediterranea, infatti, prevede una percentuale inferiore di quelli
saturi. In particolare, nel sud Italia, dove questo tipo di
alimentazione è più radicato, la percentuale lipidica è inferiore di
circa il 35-40% rispetto all’Europa Settentrionale, mentre è nettamente
maggiore il consumo di grassi vegetali (in particolare l’olio d’oliva).
Una notevole differenza si riscontra inoltre tra le abitudini alimentari
dell’Italia meridionale e quelle dell’Itala settentrionale, dove si
stima che il consumo di grassi animali superi di circa il 50% quello del
Sud, in cui il rapporto tra acidi grassi monoinsaturi e saturi è pari a
due a uno, valore ritenuto ottimale per la prevenzione di molte
malattie cronico-degenerative.
mg di colesterolo X 100 gr di prodotto
Margarina vegetale 0
Spaghetti 0
Uovo di gallina, albume 0
Latte e yogurt scremato 2
Latte parzialmente scremato 5
Pasta e fagioli 7
Latte intero 14
Crescenza Light 35
Salmone in scatola 35
Mortadella 40
Sottilette 40
Gelato al Fior di Latte 45
Pizza Margherita 45
Salmone, cotto 47
Petto di tacchino 49
Bastoncini di pesce 50
Margarina 50
Merluzzo 50
Vongole 50
Ricotta di mucca 51
Tonno sott’olio 55
Trota 56
Pesci (sogliola, persico) 60
Wurstel 62
Platessa 63
Tonno al naturale 63
Pesce spada 65
Panna da cucina 66
Prosciutto crudo 66
Formaggi, minimo 67
Maiale magro 69
Petto di pollo 69
Maionese 71
Pancetta 80
Pollo 80
Mozzarella 85
Pecorino 85
Grana 90
Speck 90
Coniglio 91
Carni magre, cotte 92
Pasta all’uovo 94
Salame 95
Lardo 97
Panna montata 109
Gorgonzola 110
Sardina sott’olio 120
Ostriche 123
Mascarpone 125
Cozze 126
Aragosta 135
Anguilla 142
Gamberi 170
Burro 250
Caviale 300
Fegato, ovino e bovino 438
Uovo di gallina, intero 504
Fegato di pollo (cotto) 746
Uovo di gallina, tuorlo 1480