Calcio e osteoporosi
Calcio e osteoporosi
Quando si parla di osteoporosi, inevitabilmente si pensa
alla vecchiaia e a tutti gli acciacchi che essa comporta. Si crede che
tale patologia, così come la sordità o la presbiopia, sia una sorta di
tributo da pagare al prolungamento della vita media. Se in parte ciò è
vero, e quindi non la si può evitare, è però assodato che una dieta
equilibrata ed un corretto stile di vita ne rallentano il decorso e ne
scongiurano gli effetti più dolorosi ed invalidanti.
L'osteoporosi è una malattia in progressivo aumento nel mondo
occidentale, soprattutto a causa dell'allungamento dell'aspettativa di
vita. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ne dà la seguente
definizione: "l'osteoporosi è una malattia sistemica dello
scheletro, caratterizzata da una ridotta massa ossea e da alterazioni
microstrutturali del tessuto osseo, con conseguente aumentata fragilità
ossea e suscettibilità alle fratture". Due sono gli elementi caratteristici di questa patologia:
- Una bassa massa ossea, effetto di una demineralizzazione
(principalmente dovuta ad una rimozione di calcio dalla matrice ossea);
- Un'alterazione strutturale del tessuto osseo, con una formazione di
ampi spazi vuoti, dovuti all'assottigliamento o perdita delle trabecole
della parte spugnosa dell'osso.
La conseguenza più importante consiste in un maggior rischio di
fratture, particolarmente quelle del femore e delle vertebre, dovute
all'aumentata fragilità ossea, anche per traumi di lieve entità (a volte
si parla addirittura di fratture spontanee).
Questo fenomeno è tipico della terza e della quarta età e colpisce
particolarmente le donne, specie dopo la menopausa, anche se in alcuni
casi può manifestarsi precocemente.
Si stima che nel mondo i cambiamenti demografici dei prossimi anni
comporteranno un aumento del numero di fratture del femore da 1.66
milioni del 1990 ai 6.26 milioni del 2050. In una recente indagine che
ha coinvolto 155 milioni di cittadini europei dai 50 ai 79 anni è
risultata una incidenza complessiva delle fratture vertebrali di
1.400.000 all’anno.
In Italia, ogni anno, si verificano circa 250.000 fratture da
osteoporosi di cui oltre 80.000 di femore. Con il progressivo
invecchiamento della popolazione, in particolare di quella italiana che è
tra le più anziane, è da attendersi un incremento esponenziale delle
fratture di femore.
I numeri
In Italia, in base ai dati forniti dall'International Osteoporosis
Foundation, questa patologia affligge circa 5 milioni di persone, tra
cui il 4,4% delle donne tra i 40 ed i 49 anni, ed il 41,3% di quelle di
età compresa tra i 70 ed i 79 anni. Mentre il rischio di fratture
riguarda, invece, circa due milioni di persone.
Oltre ai numeri, è importante sottolineare che tra i due sessi, quello
che maggiormente viene colpito dall’osteoporosi è la donna. Questo
primato negativo è causato dagli estrogeni, ossia gli ormoni tipicamente
femminili, che hanno un ruolo fondamentale nell'assorbimento
intestinale del calcio ed anche nell'eliminazione di quest'elemento per
via renale: una diminuzione della loro produzione, che avviene durante
la menopausa, provoca, da un lato, un minore assorbimento e dall'altro
una maggiore perdita di calcio. A questo va aggiunto che le donne hanno
anche una maggiore aspettativa di vita rispetto agli uomini, per cui il
loro peso è sicuramente maggiore nel calcolo della percentuale delle
persone colpite da questa patologia nella terza e quarta età.
Una patologia di interesse pediatrico
Come altre patologie a decorso lento, l'osteoporosi trova le sue
premesse nell'età giovanile, cioè in quegli anni in cui l'organismo ha
le massime capacità di assorbimento e fissazione del calcio: in questa
fase (fino ai 20-25 anni) si raggiunge il cosiddetto "picco di massa
ossea", ovverosia il massimo della calcificazione possibile. Nell'età
adulta, con una corretta alimentazione ed uno stile di vita idoneo, si
riesce al massimo a mantenere in pari il bilancio del continuo
rimaneggiamento osseo (lo scheletro, infatti, ha due ruoli fondamentali:
quello di "impalcatura" e quello di deposito dei sali minerali, in
particolare di calcio e fosforo; quando il nostro organismo ne ha
bisogno, se questi non sono introdotti in quantità adeguata con la
dieta, vengono presi dalle ossa), mentre, dopo la menopausa per la donna
e con la senilità per entrambi i sessi, il bilancio diviene
inesorabilmente negativo (ossia la quantità di calcio fissata sulle ossa
è inferiore a quella mobilizzata). È quindi fondamentale riuscire a
stivare il massimo quantitativo di calcio permesso dal nostro organismo,
in modo da non ritrovarci poi svantaggiati quando fattori genetici ci
impediranno di fissarlo: in questo senso l'osteoporosi diviene,
paradossalmente, una patologia di interesse pediatrico, poiché è proprio
in questa fase della vita che abbiamo mezzi concreti per ritardarne
l'insorgenza e contrastarne gli effetti.
Osteoporosi: cose da fare e cose da evitare
L'osteoporosi è una malattia multifattoriale e come tale va combattuta
su più fronti. Il destino delle nostre ossa dipende principalmente da
tre fattori: ereditarietà, attività fisica, alimentazione. Se per quanto
riguarda i fattori genetici non è possibile intervenire, molto si può
fare in merito agli altri due. Una regolare attività fisica è
fondamentale per aumentare la massa e la resistenza delle ossa, purché
sia regolare e costante nel tempo, indipendentemente dal tipo di
esercizi svolto: anche camminare mezz'ora al giorno è ritenuto
sufficiente per la buona salute del nostro scheletro. Diversi studi
hanno infatti dimostrato come l'immobilità dovuta a malattie sia, nel
lungo periodo, causa di perdita di massa ossea. Altri fattori relativi
allo stile di vita che influiscono negativamente su questa patologia
sono il tabagismo, l'alcolismo e la sedentarietà,. Infine, tra le
aggravanti del rischio osteoporotico, ricordiamo la menopausa precoce o
chirurgica ed alcune terapie farmacologiche (corticosteroidi,
immunosoppressori ecc).
In merito all'alimentazione, è utile ricordare che l'osso è costituito
da una matrice proteica e da una minerale, per cui, oltre ad un adeguato
apporto di calcio, è indispensabile assumere anche un'adeguata quantità
di proteine: salvo casi di aumentato fabbisogno (gravidanza,
allattamento, convalescenza, fratture), l'apporto proteico non deve
essere superiore alle quantità consigliate (LARN: 1g per Kg di peso
corporeo), perché, se è vero che un'assunzione insufficiente è causa di
osteoporosi, un suo superamento può risultare altrettanto dannoso per il
patrimonio osseo.
Un altro fattore alimentare nocivo per il nostro apparato scheletrico è
costituito da un impiego eccessivo di sale, poiché l'eliminazione a
livello renale del sodio coinvolge anche il calcio: 1g di sodio provoca
l'espulsione con le urine di 20 mg di calcio. Visto che il livello di
calcio nel sangue (calcemia) deve rimanere costante, per ripristinarlo
il nostro organismo può seguire due vie: utilizzare il calcio dietetico
oppure, se questo è insufficiente, rimuoverlo dalle ossa, con le note
conseguenze. Anche la caffeina aumenta l'eliminazione di questo elemento
con le urine: sarebbe bene quindi non eccedere le due tazzine di caffè
giornaliere, e limitare l'assunzione di bevande che contengano questa
sostanza. Inoltre, sembra utile in questa sede ricordare l'importanza
della vitamina D nel sistema di regolazione del calcio, sottolineando
che la sua assunzione in quantità adeguata non è sufficiente: perché
espleti le sue funzioni occorre che ci si esponga per un tempo
sufficiente ai raggi solari (e questo potrebbe essere un problema per le
persone anziane che, spesso, per problemi di ridotta mobilità, escono
poco da casa).
Il calcio
Nell'uomo il 99% del calcio si trova depositato nelle ossa e nei denti,
ma è il restante 1% che svolge un ruolo essenziale nelle funzioni
cellulari (la coaugulazione del sangue, la trasmissione degli impulsi
nervosi e la contrazione muscolare, solo per citare le più importanti).
Un uomo adulto ha una quantità complessiva di questo elemento pari a
1000-1200 mg, mentre questo valore scende a 900-1000 mg per la donna.
Questi i livelli di assunzione raccomandati (LARN) che sono differenti a seconda del sesso e dell'età:
ETA' UOMINI mg/die DONNE mg/die
1-6 800 800
7-10 1000 1000
11-17 1200 1200
18-29 1000 1000
30-49 800 800
50-60 800 1200-1500*
>60 1000 1200-1500
* In caso di terapia con estrogeni il fabbisogno scende a 1000 mg/die
Il calcio è largamente diffuso nei cibi, per cui l'assunzione della
quantità raccomandata è solo una questione di corretta informazione
alimentare. Nella tabella che segue, ne è indicato il contenuto nei
principali alimenti.
Alimento Calcio (mg/100g)
Grana 1165
Pecorino siciliano 1162
Parmigiano 1159
Emmenthal 1145
Groviera 1123
Pecorino romano 900
Fontina 870
Caciocavallo 860
Provolone 720
Pecorino 607
Salvia 600
Stracchino 567
Crescenza 557
Caciotta toscana 531
Scamorza 512
Taleggio 433
Pepe nero 430
Formaggino 430
Gorgonzola 401
Cacioricotta di capra 396
Rosmarino 370
Feta 360
Fior di latte 350
Mozzarella di vacca 350
Ricotta di bufala 340
Rughetta o rucola 309
Ricotta di vacca 295
Cioccolato al latte 262
Soia secca 257
Basilico 250
Mandorle dolci, secche 240
Prezzemolo 220
Farina di soia 210
Menta 210
Mozzarella di bufala 210
Uova di gallina 201
Latte di bufala 198
Fichi, secchi 186
Ostrica 186
Sgombro in salamoia 185
Latte di pecora 180
Ricotta di pecora 166
Nocciole, secche 150
Latte (vari tipi) 120
La biodisponibilità del calcio
Quando si valuta il contenuto in calcio degli alimenti, bisogna
considerare però la percentuale che sarà realmente assorbita
dall'organismo, cioè la sua biodisponibilità. Questa dipende
essenzialmente da due elementi: il primo è legato a fattori genetici, il
secondo alla presenza di altre sostanze nel cibo che possono favorire o
deprimere l'assimilazione di questo prezioso elemento. È noto infatti
che la percentuale di calcio dietetico assorbito varia in funzione dello
stato fisiologico: è maggiore durante l'accrescimento e la gravidanza,
mentre diminuisce con l'aumentare dell'età.
Per quanto riguarda la composizione degli alimenti, la presenza di
lattosio (lo zucchero del latte), di alcuni amminoacidi ed un rapporto
ottimale calcio/fosforo favoriscono il suo assorbimento nel lume
intestinale, mentre la presenza di fosfati (come i celeberrimi
polifosfati aggiunti ad alcuni alimenti), di fibra, di fitati ed
ossalati (composti chimici naturalmente presenti che "ingabbiano" il
calcio, impedendone l'assimilazione) lo ostacolano. Ecco spiegato
perché, nonostante la rucola contenga la stessa quantità di calcio di
una tazza di latte (300 mg), il suo apporto è notevolmente inferiore
rispetto a quest'ultimo.
Calcio, più o meno
In Italia l'apporto dietetico di calcio si assesta mediamente intorno
agli 800 mg al giorno, ossia al di sotto dei livelli raccomandati.
L'impiego di integratori non si è dimostrato risolutivo per ovviare
all'osteoporosi, perché la loro azione è limitata al periodo
dell'assunzione; molto più efficace si rivela invece il consumo di
alimenti integrati con questo elemento, poiché il loro utilizzo è
protratto nel tempo. Studi recenti hanno comunque dimostrato che una
dieta che preveda un quantitativo di calcio superiore a quello
raccomandato non provoca (se non in rari casi) alcun inconveniente (era
convinzione diffusa che invece un apporto calcico troppo elevato
favorisse la formazione di calcoli renali). È comunque importante
ribadire che l'osteoporosi non è una malattia dovuta ad una carenza di
calcio (anche se la sua scarsità è certamente un fattore negativo), ma
è, invece, strettamente legata ad un corretto stile di vita, per cui la
relativa prevenzione passa, inevitabilmente, attraverso una dieta
bilanciata ed una giusta dose di attività fisica. Se poi, nonostante
tutto, non si riesce ad evitarla, se ne possono però contrastare gli
effetti più negativi impegnandosi a combatterla fin dall'infanzia.
Diamo il buon esempio
Assodato quindi che con una dieta adeguata siamo ampiamente in grado di
soddisfare il nostro fabbisogno di calcio e che è fondamentale che la
prevenzione dell'osteoporosi inizi fin dalla più giovane età, diviene
importantissimo educare i nostri figli ad una dieta ed uno stile di vita
corretti. Per ottenere che questa sia la regola e non l'eccezione (è
facile cadere in errore, seguendo diete dimagranti sbilanciate, mode
alimentari e cedendo alla pigrizia) è di basilare rilevanza che i
genitori diano il buon esempio, seguendo essi stessi, ed in maniera
continuativa, le regole che un corretto stile di vita ed una sana
alimentazione impongono.