Erbe officinali
Erbe officinali
LE PROPRIETA’ DELLE ERBE OFFICINALI
Quando parliamo di erbe officinali, ci vengono in mente piante esotiche
che difficilmente possiamo trovare in natura se non siamo
particolarmente esperti. Molte di esse in realtà, sono spezie che
utilizziamo regolarmente in cucina e di cui ignoriamo le straordinarie
proprietà.
Guaranà, zenzero, aloe vera, artiglio del diavolo…sono solo alcune delle
erbe officinali più famose, il cui utilizzo sta tornando nuovamente in
auge negli ultimi tempi. Grazie ai principi in esse contenuti, queste
erbe sono in grado di apportare dei benefici al funzionamento
dell’organismo e di coadiuvare la medicina nella cura delle malattie,
oppure di fornire ad essa le sostanze terapeutiche necessarie. In questi
ultimi anni si è assistito a un rinnovato interesse per le medicine
naturali, a cui si è accompagnata l'apertura di numerose erboristerie
che vendono una miriade di prodotti a base di erbe, la cui validità non è
riconosciuta solo dalla cosiddetta medicina alternativa, ma sempre più
spesso anche da quella ufficiale. Per molte di queste però non si
conoscono tutte le proprietà terapeutiche perché non sono state studiate
abbastanza Per questo motivo gli esperti del settore si sono riuniti a
Bruxelles, dietro iniziativa della Regione Toscana, in modo da
sensibilizzare gli esperti e l’opinione pubblica circa la necessità di
approfondire le conoscenze verso questo tipo di erbe. Il loro utilizzo
in medicina in effetti non è certo cosa recente, anzi. Le conoscenze
circa le loro proprietà in effetti ci sono tramandate dai nostri
antenati, che le hanno scoperte e custodite con cura, tramandandole di
padre in figlio. Antichi egizi, druidi, romani, greci, cinesi, solo per
citare alcune tra le popolazioni più famose, erano a conoscenza delle
loro proprietà, tanto che alcune di queste piante, come ad esempio la
menta per gli egizi, erano considerate di origine divina e solo i
sacerdoti le potevano manipolare.
PERCHE’ BISOGNA CONOSCERLE
Conoscere esattamente i rischi e i vantaggi derivanti dalla loro
assunzione non è cosa da poco, se si calcola che solo il 50% di coloro
che ne fanno uso li conosce realmente, tanto che il 15% dei ricoveri
ospedalieri in pronto soccorso deriva proprio da un’assunzione sbagliata
di farmaci (e tali si devono considerare le erbe). Per contro, bisogna
dire che la scienza conosce ancora poco tutti i loro aspetti positivi e
per questo sarebbe importante approfondire la ricerca in questo settore.
Del resto questo è un settore che sta assumendo un’importanza sempre
crescente, anche dal punto di vista economico. Si calcola infatti che il
giro d’affari nel nostro Paese si a di circa 750 milioni di euro, cifra
tutt’altro che trascurabile e quattro volte inferiore a quella tedesca,
il che fa comprendere l’interesse sempre crescente in questo campo.
Partiamo allora dalla definizione: cos’è un’erba officinale?
COS’E’ UN’ERBA OFFICINALE
E' una pianta o la parte di una pianta o il principio attivo della
pianta stessa, che ha proprietà medicinali, a cui in alcuni casi si
accompagnano anche un aroma o un sapore particolarmente gradito. Quelle
apprezzate soprattutto per l'aroma o il sapore sono conosciute come erbe
aromatiche o spezie, mentre le altre, le erbe officinali propriamente
dette, hanno proprietà non soltanto medicinali, ma anche preventive. Ad
esempio, le piante appartenenti alla famiglia delle Crocifere (cavoli,
broccoli, cavolini di Bruxelles e cavolfiori) e gli alimenti ricchi di
fibre vegetali (le carote, le verdure a foglia verde, l'aglio e le
cipolle), secondo i risultati di un sempre maggior numero di studi,
sarebbero in grado di contrastare l'evoluzione cancerosa delle cellule e
di prevenire le malattie cardiovascolari. Del resto, che le erbe
officinali contengano sostanze medicinali a volte molto potenti non è
una sorpresa, poiché i principi attivi di molti dei più importanti
farmaci attualmente in uso sono estratti da erbe e piante. L'aspirina,
ad esempio, deve molto alla corteccia di salice bianco, gli oppiacei al
papavero da oppio, i cardiotonici alla digitale, l'efedrina all'efedra,
ecc. Questi non sono che alcuni dei molti esempi possibili.
PROPRIETA’ TERAPEUTICHE
Il rinnovato interesse per le erbe non ha soltanto messo in evidenza gli
aspetti negativi della medicina tradizionale e popolare, ma ha anche
indotto molti ricercatori a condurre approfonditi studi che hanno
confermato o rivelato le vere proprietà di alcune piante.
Ad esempio, il tanaceto sembra essere attivo contro emicranie e dolori
artritici; gli estratti di alcune piante o erbe come la liquirizia e
l'iperico svolgono una buona azione antivirale; i principi attivi
presenti nell'echinacea stimolano il sistema immunitario; il ginkgo
biloba contiene una sostanza che, essendo in grado di migliorare la
circolazione ed è utile nelle terapie del morbo di Alzheimer.
Inoltre molte erbe contengono alcuni bioflavonoidi che svolgono
un'azione antiallergica; le bacche color arancio della Maesa lanceolata,
un arbusto africano noto per le sue proprietà medicinali, contengono
sostanze antibiotiche. Molti altri principi estratti da erbe e piante
sembrano essere particolarmente utili nella lotta contro il cancro,
l'ipertensione, l'artrite reumatoide, l'angina pectoris e il diabete.
Vediamo allora le proprietà delle più diffuse erbe officinali da noi utilizzate regolarmente.
La Liquirizia
I suoi principi attivi sono soprattutto dei composti triterpenici e dei
loro derivati, in particolare la glicirizzina, sostanza ben 50 volte più
dolce del saccarosio e dei flavonoidi (la liquiritina), ma anche
fitosteroli, saponine, glucosio, amidi e vitamine. Il composto
certamente più importante è la glicirizzina, contenuta nella parte
legnosa della pianta. E’ proprio questa sostanza che conferisce alla
liquirizia le sue proprietà digestive e antinfiammatorie dell’apparato
digerente. Inoltre essa ha azione dissetante e de emolliente, tanto da
essere impiegata per sedare la tosse e come espettorante. Come tutti
sanno, la liquirizia, specie se assunte in grosse quantità, ha un’azione
leggermente lassativa. Chi soffre di pressione bassa o abbia un
mancamento, può prendere della liquirizia per stare meglio: essa infatti
ha un’azione ipertensiva, grazie al fatto che promuove la ritenzione di
acqua e di sodio, mentre fa perdere il potassio. Ovviamente, proprio
per questo motivo, è sconsigliata a chi soffre di pressione alta e alle
donne in gravidanza. In erboristeria, viene utilizzata per la
preparazione di infusi.
Anche i diabetici dovrebbero limitarne i consumi, così come gli anziani e
i bambini. La liquirizia ha infatti notevoli proprietà benefiche, ma
solo se assunta saltuariamente: un suo uso eccessivo può provocare
interazioni con i farmaci, in particolare con i cortisonici, gli
anitaritmici e alcuni antibiotici. Sempre per via dei suoi effetti
sull’equilibrio idrosalino, essa può determinare gonfiore al viso e alle
caviglie, mal di testa e astenia. La liquirizia è utilizzata anche in
ambito farmaceutico, per la produzione di preparati galenici: con essa
infatti si ottengono dei lassativi di origine vegetale.
La menta
E’ una pianta erbacea perenne, che deve la maggior parte delle sue
proprietà agli oli essenziali (mentolo, eucaliptolo), ai tannini e alle
mucillagini in essa contenuti.
In particolare il mentolo si rivela un ottimo stimolante per lo stomaco,
dimostrando anche proprietà antispastiche per i disturbi
gastrointestinali, mentre i flavonoidi hanno proprietà carminative e
stimolano la produzione di enzimi digestivi per azione riflessa sulle
pareti dello stomaco favorendo quindi l’appetito e la digestione.
Inoltre essi stimolano l’eliminazione dell’aria dallo stomaco e
dall’intestino e svolgono un ruolo antisettico a livello intestinale. I
flavonoidi inoltre sono tutt’ora allo studio per via delle loro
proprietà antiossidanti e antitumorali. Il mentolo ha inoltre un potere
analgesico, ma va però usato con moderazione, in quanto dosi elevate
potrebbero avere degli effetti sul sistema nervoso.
Il rosmarino
Il rosmarino è ricco di oli essenziali che gli conferiscono le sue
innumerevoli proprietà. Stimolante, diuretico, aromatizzante, digestivo,
favorisce la produzione dei succhi gastrici e stimola l’appetito, ma
trova impiego anche come antisettico e epatoprotettivo. Il suo infuso è
utilizzato anche per calmare la tosse e nel trattamento dei reumatismi,
ma sembra sia efficace anche per contrastare i dolori muscolari e
articolari e per lenire i disturbi circolatori. Pare poi che non ci sia
niente di meglio di un bagno caldo con essenza di rosmarino per togliere
la stanchezza e tonificare il corpo dopo una giornata faticosa.
Ma non solo: infusi a base di rosmarino sono utilizzati anche come
antispastici e antidolorifici, per combattere la diarrea e come
disinfettanti intestinali, per far scendere la febbre e combattere il
vomito. Insomma, pare che il rosmarino sia in grado di curare
praticamente ogni male.
E’ fuori di dubbio che gli oli essenziali in esso contenuti, come il
cineolo, il pinene, la canfora (da cui deriva l’effetto antitarme)
abbiano azioni non solo aromatizzanti, ma anche curative,
batteriostatiche in particolare. E’ ad esempio dimostrato come l’acido
rosmarinico sia efficace per contrastare le dispepsie gastriche e il
meteorismo, mentre i terpeni come la picrosalvina e il rosmanolo hanno
un’azione antispastica, coleretica e colagoga (stimolano la secrezione e
la produzione della bile).
L’aglio
L’aglio è uno tra gli ortaggi in assoluto più ricchi di virtù curative
ed è per questo considerato come un prezioso farmaco naturale. Il suo
contenuto di allile, zolfo, iodio e silicio, infatti, lo rendono un
eccellente antibatterico, utile nelle affezioni del tratto respiratorio e
contro le piccole infezioni cutanee. Come la cipolla, anche l’aglio è
utile contro i parassiti intestinali, in particolare verso gli elminti.
Inoltre, quest’ortaggio contribuisce a ridurre la pressione arteriosa e
svolge un’azione stimolante per il cuore e depurative sul sangue e,
stando a studi recenti, avrebbe un ruolo protettivo contro alcuni
tumori intestinali. Sempre a livello intestinale, l’aglio svolge
un’egregia attività antidiarroica ed antisettica, ma è sconsigliato a
chi soffre di gastrite, iperacidità gastrica e ulcera. A livello
respiratorio, invece, l’aglio agisce contro le malattie da
raffreddamento e i disturbi dei fumatori cronici. Per poter sfruttare
al meglio le sue proprietà, è consigliabile non cuocerlo troppo ed
aggiungerlo a fine cottura in piatti quali arrosti, stufati e salse.
Meglio sarebbe se lo si schiacciasse con una forchetta direttamente
nell’olio, in modo da limitare l’evaporazione delle sostanze fosforate
in esso contenute, che sono estremamente volatili. Se non bisogna
cuocerlo troppo, però, va ricordato che l’aglio crudo non è per tutti:
esso infatti, se consumato in dosi superiori ad uno spicchio al giorno,
può causare delle irritazioni alle pareti intestinali e, a lungo
termine, può danneggiare le cellule sanguigne e provocare anemia.
Il prezzemolo
Tra le proprietà che gli vengono riconosciute, rientrano quelle
aperitive, diuretiche e sudorifere della radice, dovute ad un flavonoide
in essa contenuto, l’aposide. Dalle foglie invece si ottiene una
lozione calmante per le punture di insetti, oltre ad una crema ottenuta
dalla loro pestatura, utile per lenire le contusioni e per far perdere
il latte materno.
I frutti hanno mostrato di avere delle proprietà aperitive e digestive,
mentre i semi contengono l’apiolo, una sostanza in grado di stimolare le
contrazioni uterine (e quindi abortiva), che in quantità elevate si
rivela essere estremamente tossica per l’organismo.
Il prezzemolo contiene inoltre la luteina, una sostanza utile per
ridurre l’incidenza della cataratta e della degenerazione maculare
senile.
Questo vegetale è ricchissimo di vitamine A, B e C e di sali minerali
quali calcio, magnesio, ferro e fosforo (la vitamina C facilita
l’assorbimento del ferro a livello intestinale), ma va utilizzato a
crudo, sia per non perderne l’aroma ed i principi nutritivi, sia perché
la cottura ne aumenta la tossicità (che si manifesta però solo in caso
di una sua ingestione massiccia).
La cipolla
l’intera pianta contiene un’essenza volatile ricca di glucosidi
solforati, responsabili della maggior parte delle sue proprietà
curative. Tra questi vi è anche il disolfuro di allilpropile, che si
libera quando la cipolla viene affettata ed è responsabile delle famose
lacrime.
Per via della sua attività antibiotica, la cipolla è utile in caso di
influenza, rinite, faringite e problemi alle vie respiratorie in
generale, ma si rivela anche efficace nelle affezioni alla prostata. Il
succo della cipolla cruda, infatti, ha proprietà battericide, rivelatesi
efficaci in particolare sui batteri che causano le infezioni della
pelle, tra cui il famigerato Stafilococco aureo: per questo motivo si
usa sulle ferite, sui foruncoli, negli ascessi, sulle bruciature (in cui
ha anche un effetto cicatrizzante), sulle screpolature della pelle e in
caso di acne. In tutti questi casi la cipolla si applica esternamente,
triturata, sotto forma di cataplasmi o utilizzando il suo succo fresco
per fare lozioni o impacchi.
Queste sono solo alcune tra le più diffuse erbe officinali che abbiamo
comunemente in casa senza nemmeno renderci conto che lo sono, ma
l’elenco potrebbe andare avanti ancora a lungo. Oggigiorno in commercio
esistono capsule con i loro estratti, tisane e altre preparazioni che
concentrano di molto i loro principi attivi, amplificandone quindi gli
effetti benefici (una capsula, ad esempio, può contenere la stessa
quantità di principio attivo presente in un intero spicchio d’aglio). Va
ricordato però che, per qunato naturali esse siano, proprio perché così
concentrate sono da considerarsi al pari di un medicinale e quindi la
loro assunzione dovrebbe esserci congliata se non da un medico,
quantomeno da un esperto nel settore, onde evitare degli spiacevoli
effetti collaterali, che possono andare dall’interazione con alcuni
farmaci fino ad una vera e propria intossicazione. Stiamo quindi attenti
alla nostra salute, sfruttando anche gli aiuti offerti dalla natura, ma
ricordiamoci sempre di usare la testa.
ATTENTI A NON ESAGERARE
Come si può vedere, molte elle erbe che normalmente utilizziamo per
insaporire le nostre pietanze in realtà arrecano anche notevoli benefici
alla nostra salute. Ne bastano infatti piccole quantità, ma assunte
regolarmente, perché esse esercitino i loro effetti favorevoli sul
nostro organismo. Bisogna fare attenzione però a non esagerare, perché
non è affatto vero che se aumentiamo la quantità consumata, aumentiamo i
benefici. Se ad esempio assumiamo grandi quantità di rosmarino o di
prezzemolo, il nostro organismo subirà una vera e propria
intossicazione, a volte con effetti davvero pesanti (grandi quantità di
prezzemolo sono in grado di provocare un aborto). Non è certo il caso
del loro utilizzo in cucina, ma ci riferiamo in particolare a quando
consumiamo queste erbe sotto forma di decotti o infusi: in questi casi è
in effetti possibile che se ne prendano dosi eccessive. Per questo
motivo è sempre bene evitare il fai da te, e chiedere sempre il parere
di un erborista di fiducia, che saprà certamente consigliarci le erbe
che fanno al caso nostro e le quantità in cui esse vanno consumate.