Diete alimentari

Alimentazione e diete

Attenti ai falsi esperti

C’è molto fermento nel mondo della nutrizione. Su tutti i media si parla della nostra alimentazione, delle nostre tradizioni, dell’alimentazione mediterranea, delle minestre della nonna e così via.
In televisione appaiono, ormai giornalmente, personaggi che ci dicono come dobbiamo mangiare. Alcuni di questi sono competenti e, forse perché un po’ avanti con gli anni, ci ricordano, con fare quasi paterno, quali sono i migliori comportamenti da tenere per salvaguardare la nostra salute.
Altri sembra che navighino a vista in acque insidiose e sconosciute. Infatti, capita spesso di sentir parlare degli incompetenti di bell’aspetto, forse fa parte del gioco del mondo dello spettacolo, ci sarebbe da sorridere se non fosse che in ballo c’è la nostra salute.

Ma allora, l’uomo della strada come riconosce un vero professionista da un improvvisatore?
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza incominciando da un termine che da un po’ di tempo circola con insistenza avendo quasi del tutto soppiantato il più antico e forse non del tutto esaustivo termine di dietologo. Mi riferisco al sostantivo “Nutrizionista”, cioè colui che si occupa di nutrizione, o meglio dovrei dire, della nutrizione altrui (della propria, in genere, se ne cura poco). Il termine non è protetto da alcuna Legge e pertanto chiunque può definirsi “nutrizionista” quasi fosse un hobby o un qualsiasi interesse culturale. Ricordo che qualche tempo fa in una trasmissione televisiva (sic!) qualcuno definì il nutrizionista una persona con la “passione” per la nutrizione, mi venne spontaneo chiedermi se altri termini in uso per altre professionalità dichiarassero delle competenze specifiche o chissà quali “passioni” nascoste.
Ma non divaghiamo e restiamo nel concreto. Come spesso ha detto il Ministero della Salute “in Italia possono prescrivere diete solo i biologi ed i medici”, tralasciando il medico la cui figura è già fin troppo nota, vorrei parlare del biologo e più specificatamente del “Biologo Nutrizionista”.
Si tratta di una figura professionale riconosciuta dalle Leggi dello Stato, ed esattamente la Legge 396/67 (legge istitutiva l’ordinamento della professione di biologo), il D.M. 362/93 (regolamento recante disciplina degli onorari, delle indennità e dei criteri di rimborso delle spese per le prestazioni professionali dei biologi) ed altre successive a quelle citate.
È un professionista laureato e molto spesso, ma la legge non lo richiede come requisito indispensabile, specializzato in Scienza dell’Alimentazione.
Egli può quindi prescrivere diete, sia individuali che collettive, sia in condizioni fisiologiche che patologiche, purché queste siano “accertate”. Questo “accertamento” è competenza del medico il quale è l’unico a poter fare diagnosi (cioè accertare, inquadrare e definire le condizioni fisiopatologiche).

Inoltre non può prescrivere analisi né tanto meno farmaci.
Quest’ultimo giustissimo limite è, a mio avviso, una garanzia per chi gli si rivolge perché si trova di fronte ad un professionista che può e deve operare solo attraverso gli alimenti senza fare ricorso a farmaci che spesso hanno ben altre indicazioni che il campo nutrizionale. Ne segue che il Biologo Nutrizionista è obbligato ad avere una conoscenza approfondita degli alimenti dal punto di vista bromatologico, cioè composizione, alterazione e conservazione, per poter prescrivere con cognizione di causa una dieta alimentare corretta.

Magari in un altro momento potremo parlare un po’ più estesamente di cosa si intende per dieta corretta.
Inoltre, almeno i colleghi che si sono formati con i corsi dell’associazione che rappresento (A.B.N.I. Associazione Biologi Nutrizionisti Italiani), non fanno ricorso a programmi computerizzati per stendere una dieta. Il motivo è semplice, il computer non conosce il cliente, non può parlare con lui, non può scambiare emozioni e cercare di capire motivazioni ed ansie che spingono una persona a cercare un aiuto nutrizionale, il nutrizionista si!
Può sembrare di sconfinare in campi di altre professionalità (psicologo, psicoterapeuta) ma in realtà, quando abbiamo a che fare con persone che ci si rivolgono con fiducia e ci affidano una parte importante della loro vita, abbiamo il dovere di fare tutti gli sforzi possibili per entrare in sintonia con i loro modi di “sentire” e trasmettere loro la percepibile sensazione che si trovano con amici in grado di capire i loro problemi. Tutto questo un computer non lo sa ancora fare.
Ancora, un buon nutrizionista deve conoscere i modi di cottura, con le loro caratteristiche chimico-fisiche e come questi incidono sulle caratteristiche organolet-tiche dei cibi. Se poi conosce anche delle ricette tanto di guadagnato, avrà un argomento in più per stabilire un feeling con il proprio interlocutore.
Un’altra prerogativa del Biologo Nutrizionista, oltre prescrivere diete personalizzate o collettive, è quella di occuparsi di educazione alimentare.
C’è un po’ in tutti noi la convinzione che, dato che mangiamo da quando siamo nati, sappiamo mangiare e, soprattutto, conosciamo gli alimenti. Ma che questo non sia vero lo dimostra il preoccupante aumento dell’obesità in Italia e in tutto il mondo occidentale. Infatti conoscere gli alimenti non significa solo sapere la composizione o i contenuti calorici dei vari cibi. Significa conoscerne la storia, la tradizione, la filiera alimentare, le trasformazioni eccetera. Tutte queste cose non ci piovono dal cielo ma si apprendono attraverso la famiglia, la scuola, le amicizie, il vissuto personale.
In questo campo il biologo nutrizionista svolge un ruolo di primo piano poiché progetta e realizza, in collaborazione con professionisti diversi quali il pedagogo, lo psicologo, lo storico, dei percorsi culturali i cui contenuti appartengano contemporaneamente alla scienza, alla tradizione, al quotidiano e ne propone la conoscenza, attraverso seminari e incontri, sia alle scuole (mondo dei giovani) sia ad associazioni ed organizzazioni varie (mondo degli adulti). Tanto per fare un esempio chi scrive ha partecipato alla elaborazione e realizzazione del Progetto “C2 Consumo Consapevole” che è stato portato nelle scuole medie e nelle associazioni in tutta la Puglia, raggiungendo così, nei due anni in cui è stato svolto, circa cinquemila ragazzi ed oltre tremila adulti.
Una figura professionale, quindi, che si occupa di nutrizione a tutto campo con l’obiettivo, forse ambizioso, di aiutare chi gli si rivolge tutelandone la salute attraverso la cultura del mangiar sano, il recupero delle tradizioni e la modifiche di errati stili di vita.

Dr. Sergio Pacini
A.B.N.I. Associazione Biologi Nutrizionisti Italiani

 

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