Longevità e salute
Longevità e salute
Stile di vita, eredità genetica, mancanza di stress e di
fonti d’inquinamento sono fattori predominanti per raggiungere l’età
della saggezza. Ma bastano pochi, semplici accorgimenti quotidiani per
mantenere il nostro corpo e il nostro cervello sani e in attività molto,
ma molto a lungo
Nelle società primitive diventare vecchi era un evento eccezionale e chi
ci riusciva era visto con rispetto e venerazione, un essere prediletto
dalla sorte. L’anziano era il punto di riferimento della comunità, il
depositario della conoscenza cui tutti si rivolgevano. Oggi la continua
evoluzione delle tecnologie ha fatto
venir meno questo ruolo, che è stato sostituito da altre occupazioni:
prendersi cura dei nipoti, impegnarsi in attività prima trascurate per
mancanza di tempo, coltivare numerosi interessi e, non ultimo, prendersi
cura di sé.
Il miglioramento delle condizioni di vita, che include anche una
maggiore disponibilità di cibo, unito ai progressi della scienza medica e
ad una sempre maggiore consapevolezza riguardo ai comportamenti da
adottare per rimanere in salute, hanno portato ad un sensibile
allungamento dell'aspettativa di vita rispetto ad un secolo fa ed
invecchiare non è più un caso raro. Attualmente, infatti, la fascia
degli ultra ottantenni rappresenta il segmento di popolazione in più
rapida crescita.
Se da un lato si vive più a lungo, dall'altro però è importante che la
qualità di vita sia all’altezza delle aspettative e questo comprende
certamente il rimanere in buona salute. In assenza di patologie, per
mantenersi in forma è sufficiente che le persone anziane seguano alcune
semplici regole, come ad esempio un'alimentazione sana ed un moderato
esercizio fisico, in modo da rimandare il più a lungo possibile i disagi
che l’età comporta.
L’età da conquistare
“La longevità in piena salute psico-fisica si conquista con un
atteggiamento positivo, spontaneo oppure ottenuto con sette semplici
strategie, tra cui esercizi di “sorriso” e respiri profondi
quotidiani... La conseguente “resilienza” combatte il distress e
facilita la compliance, in caso di malattia.”
Questo è quanto afferma Assomensana, Associazione di neuropsicologi che
da tempo studia le caratteristiche degli ultracentenari. Il presupposto
formulato dall’ente, impegnato dal 2004 nella prevenzione dell’usura
mentale e nell’allungamento della vita media, è che le condizioni
favorevoli a un invecchiamento di successo siano da ricercare non in
una, ma in più dimensioni correlate tra loro: genetica, alimentazione,
soggettività, relazioni interpersonali, ambiente sociale e comunità di
appartenenza.
L'atteggiamento positivo
Secondo le indicazioni di Assomensana, uno dei fattori fondamentali
dell’ottima forma di mente e corpo, anche in tarda età, è intraprendere
un atteggiamento positivo.
Tuttavia, poiché tale impresa non è sempre facile da intraprendere e
talvolta le connotazioni negative della personalità sono difficili da
modificare, il Dr. Giuseppe Alfredo Iannoccari, presidente di
Assomensana, rivela i trucchi per promuovere una visione positiva della
vita anche nel più pessimista dei soggetti: «Le regole d’oro per cambiare il proprio approccio con l’esistenza sono sette:
1. Sfogliando una rivista o un giornale, si deve scegliere di
soffermarsi sulle notizie a carattere positivo (come ricerche sulla
salute, eventi positivi e vicende a lieto fine) anziché su notizie di
cronaca o di politica;
2. In un giorno, per tre volte, occorre fare esercizi di mimica
facciale sorridendo sette volte, in quanto la muscolatura del volto
improntata al sorriso rinvia segnali al cervello che rimandano a schemi
automatici riferiti a situazioni piacevoli;
3. Due volte al giorno va effettuata una respirazione diaframmatica,
respirando profondamente per due minuti, mantenendo ferma la gabbia
toracica e gonfiando e sgonfiando solo la pancia;
4. E’ opportuno cercare occupazioni che consentono di stare con altre persone, con le quali condividere scopi e obiettivi;
5. A fine giornata, serve ripensare a due eventi positivi che si sono vissuti/osservati nel corso della stessa;
6. Durante la conversazione, bisogna evitare le espressioni lamentose e
limitare i “no” e le parole negative e svalutative (come “non posso”,
nessuno, pochino, minutino, attimino o mai), preferendo termini
possibilistici (“mi piacerebbe farlo”, “valuterò le possibilità”, “è un
compito che rientra nelle faccende delegate ad altri”, “alcune persone
fanno”, ”a breve sarò da Lei”);
7. E’ indispensabile decidere di voler cambiare!».
Per vivere 100 anni
Altri suggerimenti di Assomensana, utili per arrivare a un secolo d’età e
fondati sulle più recenti scoperte scientifiche, partono tutti dal
primo e più fondamentale punto d'inizio: il pensiero positivo. Tale
atteggiamento, infatti, è stato riscontrato in tutti i 244
ultracentenari, monitorati dal 2001 al 2009, dall’Università della
Georgia: dalla ricerca sono stati delineati tre tipi di centenari:
1. i “sopravvissuti”, persone che si sono ammalate prima degli 80 anni, ma che restano in vita ancora a lungo;
2. i “ritardatari”, che hanno avuto malattie importanti dopo gli 80 anni, ma che superano i 100 anni;
3. i “fuggitivi”, che hanno festeggiato il secolo senza la complicazione
di gravi patologie e che rappresentano il 15-20% dei centenari.
Una delle principali caratteristiche dei “fuggitivi” è l'assunzione di
un atteggiamento positivo verso la vita e di avere una notevole capacità
di adattamento nei confronti delle mutate esigenze personali e
ambientali, dimostrando una spiccata flessibilità. “Queste attitudini
influenzano e permeano tutte le altre dimensioni esistenziali” -
conferma il Dr. Iannoccari - “Infatti consentono di attenuare gli stati
di stress cattivo (distress), dovuti agli eventi sfavorevoli (quali
lutti, perdite, precarietà e malattia) e di far fronte alle avversità,
attingendo alle risorse personali (la cosiddetta resilienza). Un
atteggiamento positivo è favorevole all’allungamento della vita anche
perché permette di aderire con fiducia alle prescrizioni dei
professionisti della salute, per ottenere il miglior trattamento
possibile (compliance) in caso di malattia.”
(Fonte: www.assomensana.it)
Cibo e intelligenza
Anche a tavola è possibile aiutare la mente? Pare proprio di si, basta saper scegliere gli alimenti giusti.
Le proteine
Consentono al cervello di comunicare e funzionare a dovere. Sono
indispensabili per un corretto funzionamento cerebrale e si trovano in
carne, pesce e uova.
I glucidi
Si tratta di energia cerebrale subito pronta. Le cellule cerebrali hanno
bisogno di un apporto regolare di zuccheri attraverso il sangue. Il
consumo di carboidrati complessi presenti in pane e cereali, legumi,
riso e pasta integrali, garantisce energia a cessione lenta e costante,
quindi favorisce l'attenzione e la concentrazione per tutta la giornata.
I grassi monoinsaturi
Mantengono il cervello in forma. La massa cerebrale è composta al 60%
circa di grassi, un terzo dei quali provenienti dall'alimentazione. Tra
questi, i più importanti sono gli omega 3, presenti soprattutto nel
pesce. Grazie a loro, le membrane delle cellule cerebrali rimangono
sane, consentendo una migliore trasmissione dei messaggi. Ad esempio è
stato provato da una ricerca olandese (studio Zutphen) che chi mangia
spesso pesce ha i riflessi più pronti. Secondo studi dell'Università di
Bari, consumare 2-3 cucchiai al giorno di olio di oliva (grasso
monoinsaturo) previene la diminuzione delle capacità intellettive,
garantendoci una mente giovane anche in tarda età.
L'eccesso di grassi
saturi "cattivi", invece, può arrestare la crescita delle cellule
cerebrali e modificarne la morfologia (carne, formaggio, burro,
margarine e dolci industriali sotto forma di grassi vegetali
idrogenati).
Le vitamine
Utili per un buon dinamismo intellettuale, sono indispensabili al nostro
benessere fisico complessivo e alcune di esse sono essenziali alle
nostre facoltà mentali. Le vitamine del gruppo B sono basilari per la
salute e il perfetto funzionamento del sistema nervoso. In particolare,
esse partecipano alla costituzione e al buon funzionamento dei
neurotrasmettitori:
• B1, presente nei cereali integrali, nelle interiora e nella carne, partecipa al metabolismo del glucosio;
• B6 si trova nel tuorlo d'uovo, fegato di manzo, riso integrale, funghi e cavolfiore;
• B9 è contenuta nel fegato di pollame, nel tuorlo d'uovo, nei fagioli bianchi;
• B12, abbondante nelle verdure a foglia verde e nel lievito di birra, stimola la memoria.
La vitamina C protegge cervello e midollo spinale dai distruttivi attacchi dei radicali liberi.
Secondo una ricerca britannica, consumando ogni mattina spremute di
arance, limoni o pompelmi, il nostro quoziente intellettivo migliora.
Minerali
Indispensabili per proteggere e stimolare il cervello e l'organismo. Il
ferro ha la funzione di combinarsi con proteine e rame per formare
l'emoglobina che trasporta l'ossigeno nel corpo. Con la carenza di ferro
il cervello viene scarsamente ossigenato. La principale fonte di ferro è
la carne, ma anche consumando i legumi, in particolare le lenticchie,
in abbinamento a frutta e verdura ricche di vit. C, l'assimilazione è
immediata.
Il rame è necessario alla sintesi dei fosfolipidi che proteggono la
mielina, la guaina di rivestimento delle fibre nervose. Lo troviamo nel
fegato di vitello, nei frutti di mare, nei cereali integrali, nelle
verdure a foglia verde, nei legumi secchi.
I grassi polinsaturi e gli zuccheri
Sono i nostri peggiori nemici. E' scientificamente provato che certi
alimenti ostacolano l'efficienza mentale, provocando effetti nocivi su
memoria e apprendimento: burro, strutto, olio di palma, olio di colza.
(fonte: www.assomensana.it)
Regole per una sana alimentazione
Una corretta alimentazione prevede che da un lato la quantità di
nutrienti sia adeguata e dall'altro che gli alimenti ingeriti siano
sicuri. Infatti, anche se spesso non se ne tiene conto, la
predisposizione alle malattie associate all'alimentazione aumenta con
l'età. Per questo motivo, la sicurezza alimentare assume una particolare
rilevanza per gli anziani. In particolare, con l'avanzare dell'età
molti sensi s’indeboliscono: la vista, ad esempio. Con l'instaurarsi
della presbiopia diventa più difficile leggere le etichette, spesso
scritte in piccolo, e può quindi accadere di non accorgersi di consumare
un prodotto scaduto, oppure si può non notare un piatto o un utensile
non perfettamente puliti o un alimento leggermente avariato. Allo stesso
modo anche l'olfatto diventa più debole, quindi è più difficile
accorgersi dell'insorgenza di cattivi odori legati al deterioramento del
cibo. Un altro problema legato all'età è la difficoltà negli
spostamenti, che inducono all'acquisto di prodotti conservati, più
poveri da un punto di vista vitaminico. Con il passare degli anni, la
produzione di acido cloridrico nello stomaco diminuisce, con la
conseguenza di avere maggiori difficoltà digestive, in particolare nei
confronti delle proteine, e una minore difesa contro i microrganismi
eventualmente presenti negli alimenti, per via della diminuita acidità.
Se a questo aggiungiamo eventuali difficoltà di masticazione, appare
chiaro come nella terza età il rischio di malnutrizione sia concreto. A
completare il quadro, possono insorgere anche difficoltà economiche, che
comportano il taglio delle spese, specie nel comparto alimentare.
Vediamo allora quali accorgimenti è opportuno prendere per vivere serenamente anche questa fase della vita.
In primo luogo, bisogna sapere che i fabbisogni nutrizionali restano
uguali a quelli della giovane età, e in alcuni casi risultano
addirittura aumentati in conseguenza alla diminuita capacità di
assorbimento dei nutrienti da parte dell’organismo. E’ quindi opportuno
scegliere cibi di qualità ad alto potere nutritivo, che forniscano gli
elementi necessari senza però aumentare l’apporto calorico. Infatti, in
seguito alla diminuzione dell’attività fisica, le calorie introdotte
dovrebbero diminuire di circa il 5%, passando da 3000 a 2700 Kcal
giornaliere. Deve invece rimanere invariata la proporzione dei principi
nutritivi, cioè: 65% carboidrati, 10% proteine e 25% lipidi. Questa
ovviamente è una stima di massima: in particolar modo il fabbisogno
calorico è quello più variabile e dipende dal livello di attività fisica
svolta. Se quest’ultima è la stessa che si svolgeva a quarant’anni, non
c’è ragione per la quale l’introito energetico debba diminuire;
viceversa, se l’attività fisica è drasticamente ridotta, anche la quota
energetica giornaliera subirà una riduzione in maniera direttamente
proporzionale.
Per evitare di incorrere in fenomeni di malnutrizione, è necessario
adottare dei piccoli ma significativi accorgimenti. Innanzi tutto
bisogna variare la dieta: è dimostrato, infatti, come un’alimentazione
monotona favorisca l’inappetenza, non garantendo così un sufficiente
apporto di principi nutritivi. Anche l’apporto idrico è di fondamentale
importanza, poiché permette di mantenere in buono stato le funzioni
renali ed intestinali. Una moderata attività fisica inoltre, permetterà
di alleviare e prevenire la comparsa di molti fastidiosi “acciacchi”
tipici della terza età e favorirà nel contempo la vita sociale,
prevenendo anche la depressione che spesso compare nelle persone
anziane. Molto indicate a questo scopo, sono le passeggiate all’aria
aperta, che favoriscono anche l’attività della vitamina D,
indispensabile per la fissazione del calcio sulle ossa e per limitare
l’osteoporosi. A questo proposito è importante sottolineare quanto
l’apporto di calcio sia importante, specialmente per le donne, nella
lotta contro l’osteoporosi. La dieta dovrà quindi contemplare il latte
ed i latticini, preferendo quelli a basso contenuto di grassi.