Cibo e vacanze
Cibo e vacanza: nemici-amici
La diarrea del viaggiatore è purtroppo uno dei ricordi
che più spesso costellano le vacanze di chi si reca in Paesi esotici
sottovalutando le più elementari norme igieniche. Se è vero che vacanza è
sinonimo di libertà e assenza di regole, non bisogna però dimenticare
di mettere in valigia anche il buon senso.
Una volta le vacanze erano il premio ambito dopo un anno di duro lavoro.
Ci si spostava poco da casa e si stava via a lungo. Oggi, le mutate
disponibilità economiche e la destagionalizzazione consentita dal costo
sempre più basso dei voli, consente di soggiornare anche per brevi
periodi in Paesi esotici. A volte però capita che la voglia di provare
sapori e cucine nuovi si trasformi in un fastidioso mal di pancia e per
questo motivo, soprattutto chi sceglie di uscire dall’Europa, dovrebbe
prendere qualche precauzione e usare molto buon senso, soprattutto per
quanto concerne i cibi crudi e l’acqua da bere. In effetti, specie se ci
rechiamo in luoghi dove le condizioni igieniche sono precarie, il
rischio di contrarre qualche infezione più o meno seria non è da
sottovalutare, anche perché il nostro organismo è privo degli anticorpi
che invece possiede la popolazione locale, abituata a nutrirsi in quel
modo. Inoltre, può succedere che ci siano delle reazioni allergiche nei
confronti di alimenti mai assaggiati, specie se soffriamo già di qualche
tipo di allergia. Di seguito cercheremo di fornire qualche elemento
utile a chi abbia voglia di assaggiare cibi nuovi ed esotici, evitando
brutte sorprese e noiosi inconvenienti che potrebbero irrimediabilmente
rovinarci la vacanza.
NON STRAVOLGIAMO LE NOSTRE ABITUDINI
Un’attrattiva di un viaggio in una meta esotica, oltre al paesaggio, è
senz’altro quella di potersi cimentare con abitudini alimentari
differenti. In tanti infatti si lasciano sedurre da pietanze mai provate
e assaggiano a cuor leggero cibi nuovi, il più delle volte, senza
conseguenze. Per alcuni però, la novità culinaria può celare sorprese
non sempre gradite. Stomaco ed intestino, infatti, rappresentano la più
grande superficie corporea a contatto con il mondo esterno. Tutta la
struttura del canale digerente è costituita in modo da poter assorbire i
vari costituenti dei cibi, ma anche in modo da riconoscere ed eliminare
le eventuali sostanze dannose. A volte capita che una sostanza nuova
venga scambiata dal sistema immunitario per un nemico (cosa che avviene,
ad esempio, con il polline di alcune piante) e che quindi si
verifichino delle reazioni allergiche più o meno importanti. Il
problema non è legato alla prima volta che si assaggia il cibo, poiché
l’organismo non ha ancora prodotto anticorpi contro di esso, cosa che
invece accade la seconda volta. E quindi importante introdurre con
cautela cibi nuovi nella nostra alimentazione e sempre in quantità
limitate, almeno per i primi tempi.
Il nostro organismo, inoltre, ha maturato nel tempo i propri ritmi nella
digestione e nell'assimilazione dei cibi, e stravolgerli di colpo, per
adeguarsi alle usanze locali, può portare a disturbi fastidiosi. E’ bene
quindi abituarsi con calma ai nuovi orari, in particolare quando la
differenza di fuso orario è importante.
Quindi, senza ricorrere all'ultima spiaggia del "ristorante italiano",
basterà solo un po' di buon senso per capire fin dove è conveniente
integrarsi e dove, invece, sarà utile cercare di mantenere le proprie
abitudini.
EUROPA E PAESI EXTRAEUROPEI
Un’altra regola fondamentale nella vita e ancora di più in vacanza,
consiste nell’evitare gli eccessi. La voglia di libertà e di svagarsi
possono far sì che si dimentichino le più basilari regole alimentari e
si incorra quindi in antipatiche indigestioni o, peggio ancora,
congestioni. Il consumo di bibite gelate sulla spiaggia o il bicchiere
di troppo bevuto alla sera rimangono comunque da evitare in modo
categorico. E' inoltre altamente raccomandabile non allentare anche
all'estero la sorveglianza igienica rispetto ai negozi e ai ristoranti;
valgono in questo senso gli stessi criteri che si seguirebbero in Italia
per decidere della pulizia e dell'affidabilità di luoghi e persone.
In Europa il livello di igiene è generalmente buono e i rischi sono
legati più che altro alla difficoltà di adattarsi a tradizioni
alimentari diverse dalle nostre. Ben diverso è il discorso per chi si
orienta verso luoghi più esotici: il Messico, il Brasile, la Tahilandia,
il Kenia, sino all'India, per i viaggiatori più intraprendenti. In
molti di questi Paesi, oltre che con la differenza di clima, si devono
fare i conti con le condizioni generali di vita, spesso di notevole
disagio e con le condizioni igieniche assolutamente lontane dalle nostre
abitudini.
IL PROBLEMA DELL’ACQUA
In primo luogo,
bisogna prestare molta attenzione all’acqua, che rappresenta
senz'altro uno dei veicoli più comuni di trasmissione delle malattie nei
Paesi dove l'igiene è problematica e merita, perciò, un discorso a
parte.
Al di fuori dei centri urbani dotati di un servizio di
approvvigionamento idrico in grado di garantire acqua potabile, si
devono bere esclusivamente bevande, preferibilmente gassate (l'acido
carbonico ha un certo effetto battericida), in bottiglie sigillate. In
alternativa si può consumare acqua adeguatamente disinfettata, senza mai
aggiungere ghiaccio, che potrebbe essere contaminato. Sono di
conseguenza da evitare anche granite, cocktails che lo prevedano,
sorbetti e persino frullati a cui sia stata aggiunta acqua.
Se però abbiamo necessità di consumare l’acqua del rubinetto, dovremmo
avere l’accortezza di adottare alcuni accorgimenti. Dove sia possibile,
l’ideale sarebbe bollirla per almeno 5 minuti. In alternativa, potremmo
acquistare prima della partenza, delle soluzioni disinfettanti a base di
iodio: facilmente reperibili in qualsiasi farmacia, basta aggiungere 5 o
10 gocce di soluzione a un litro di acqua e attendere una mezz'ora, per
avere una bevanda sufficientemente sicura. L’unica controindicazione è
che lo iodio può dare origine a reazioni di ipersensibilità, e il suo
utilizzo prolungato altera la funzionalità della tiroide. L'euclorina,
lo steridrolo e l'amuchina, prodotti a base di cloro utilizzati
anch'essi per purificare l'acqua, presentano l'inconveniente di dare
alla bevanda un sapore sgradevole e non sono attivi nei confronti delle
cisti amebiche, spesso presenti nelle acque di dubbia sicurezza
igienica. Un’alternativa per chi non voglia ricorrere alla chimica è
costituita dai filtri: oggi sono disponibili quelli in porcellana e i
cosiddetti pocket purifier (filtri tascabili simili a cannucce), va
detto che possono funzionare egregiamente nel trattenere le particelle
corpuscolate, i protozoi e i batteri, ma lasciano passare i virus, per
esempio quello dell'epatite A.
I PAESI TROPICALI
Chi decide di andare a visitare i meravigliosi Paesi tropicali, deve
attuare degli accorgimenti ancora più scrupolosi in materia di cibo,
poiché le più alte temperature di quei posti, unite anche alla catena
del freddo non sempre garantita, favoriscono la proliferazione dei
microrganismi in cibi e bevande, esponendoci a rischi più elevati di
tossinfezioni alimentari. Innanzitutto, è necessario mangiare solo cibi
ben cotti e preparati di recente (la conservazione a temperature
inadatte infatti favorisce lo sviluppo microbico): in particolare
bisogna evitare di cedere alla tentazione di assaporare molluschi e
frutti di mare crudi. Anche i prodotti a base di latte possono
costituire un rischio ai tropici ed è quindi importante che il latte sia
bollito prima di berlo, mentre sarebbe meglio evitare di consumare
latticini freschi, gelati e dolci con creme a base di latte. Per quanto
riguarda frutta e verdura, converrebbe mangiare esclusivamente quelle
sottoposte a cottura, riservando al ritorno a casa insalate e macedonie.
Il discorso è leggermente diverso per la frutta che si può sbucciare
sul momento: in questo caso la possiamo mangiare se la consumiamo
immediatamente dopo aver tolto la buccia, mentre è bene non fidarsi di
quella già sbucciata. Se poi non possiamo proprio fare a meno
dell’insalata al ristorante, un valido aiuto ci verrà dal blando potere
disinfettante dell’aceto o del succo di limone, che non dovranno mai
mancare.
Come ultima raccomandazione, infine, cerchiamo di resistere alla
tentazione di assaggiare i cibi offertici dai venditori ambulanti,
poiché mai come in questo caso non è possibile avere garanzie circa le
norme igieniche e la qualità delle materie prime utilizzate.
NON SCORDIAMOCI IL BUON SENSO
Godersi una vacanza esotica senza privarsi dei piaceri della buona
tavola non è dunque impossibile: l’essenziale è non scordarsi di mettere
in valigia il buon senso, ricordando che in vacanza anche il nostro
organismo ha diritto di riposarsi. Quindi cerchiamo di non stravolgere
il carico alimentare, gli orari dei pasti e, per quanto possibile, il
nostro regime dietetico, ricordandoci però la stretta osservanza delle
norme igieniche, specie se ci troviamo in Paesi dal clima tropicale.
Il decalogo del viaggiatore
1) Non stravolgere i propri ritmi
2) Fare pasti leggeri prima di immergersi e aspettare comunque almeno un paio d’ore
3) Se ci rechiamo in Paesi dove l’igiene non è garantita evitiamo di
bere l’acqua del rubinetto, a meno che non la si possa disinfettare in
qualche modo (bollendola, con l’aggiunta di disinfettanti o filtri)
4) Mangiamo solo cibi ben cotti
5) Sbucciamo la frutta e consumiamola subito
6) Evitiamo, se possibile, di mangiare insalata o verdura cruda
7) Nei Paesi più a rischio, evitiamo anche il latte, se non dopo
averlo bollito, e tutte le preparazioni a base di latte crudo.
8) Resistiamo alla tentazione di granite, ghiaccioli e ghiaccio nei cocktails
9) Non acquistiamo cibi e bevande non confezionate da venditori ambulanti
10) Osserviamo le più scrupolose ed elementari norme igieniche:
laviamoci le mani dopo essere stai in bagno e prima di mangiare o
manipolare
alimenti.
LA CONGESTIONE: COME EVITARLA E COSA FARE SE VIENE
Uno dei pericoli in agguato, specie durante i bagni in mare nelle afose
giornate estive è la congestione, che può avere conseguenze talora
fatali. Essa consiste in una situazione di malessere, talvolta anche
grave, causato da un blocco della digestione a sua volta provocato da
una brusca esposizione del corpo a temperature più basse di quelle
ambientali. È il classico esempio di chi si tuffa in acqua dopo aver
abbondantemente mangiato: in questo caso, il maggior afflusso di sangue
che normalmente si verifica nell'addome durante la digestione, viene per
così dire "bloccato" a livello intestinale, causando una improvvisa
diminuzione della pressione arteriosa che spesso porta alla perdita di
coscienza; se ciò avviene in acqua, come in realtà succede il più delle
volte, si possono correre seri pericoli di annegare. E’ possibile
prevenire queste situazioni mettendo in atto alcuni semplici
accorgimenti. Innanzitutto bisogna evitare di tuffarsi in acqua dopo una
lunga esposizione al sole. E’ necessario dare tempo al corpo di
abituarsi alle temperature più basse, per esempio soffermandosi sulla
battigia ed entrando in acqua lentamente, poco alla volta. In secondo
luogo, è necessario seguire la vecchia regola delle tre ore dopo il
pasto, che dovrebbe essere leggero (un panino senza salse, un’insalata o
un frutto). Bisognerebbe anche evitare di bere bevande ghiacciate, di
cui spesso si fa uso in estate, con la falsa convinzione che dissetino
di più. E’ utile in questa sede ricordare che la congestione può non
avvenire solamente entrando in acqua, ma anche passando da un ambiente
caldo a uno sensibilmente più freddo (ad esempio con aria condizionata).
Per evitarla, è bene coprirsi pancia e stomaco prima di entrare nel
locale fresco e, se si è sudati, attendere qualche minuto.
Se però, nonostante tutti gli accorgimenti, ci si sente lo stesso male,
la cosa migliore è sedersi all’ombra in un luogo fresco, in modo che
l’organismo abbia modo di riequilibrare la temperatura e, una volta
passata la crisi, bere qualcosa di caldo (ma non bollente) per calmare
gli eventuali crampi. A queste crisi si associa solitamente anche una
sensazione di pienezza che è legata all’eccessiva attività che il
cervello compie in questa situazione che, per l’impegno richiesto, viene
assimilata a un pasto abbondante di difficile digestione. Per questo,
anche se si è a stomaco vuoto, la sensazione è quella di
un’indigestione. Una bibita gassata o un po’ di acqua e bicarbonato in
questi casi costituiscono un valido aiuto per eliminare il senso di
pesantezza e l’acidità.
A volte le congestioni sono accompagnate anche da capogiri e sudori
freddi, dovuti alla pressione arteriosa, che si alza o si abbassa
repentinamente, rendendo anche difficoltosa la respirazione. Per ovviare
a questo problema, è necessario sdraiarsi in un luogo fresco, tenendo
le gambe sollevate e respirare profondamente per migliorare
l’ossigenazione.